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Amazon continua ad investire sulla lotta alla contraffazione
Fin dal suo primo report sulla protezione dei marchi nel maggio 2021 (scaricabile da questa pagina), Amazon ha reso chiare le sue mire riguardo i prodotti contraffatti. Dharmesh Mehta, VP Worldwide Selling Partner Services, affermava “non ci fermeremo finché non azzereremo il numero di contraffazioni presenti nel nostro negozio”. L’obiettivo potrebbe apparire utopico, lo stesso report riconosce come i contraffattori stessi diventino sempre più sofisticati, ma gli investimenti da parte di Amazon non sono certo mancati. Nella quinta edizione del documento si scopre che nel 2024 la compagnia fondata da Jeff Bezos ha investito piú di 1 miliardo di dollari in iniziative atte a contrastare frodi ed illeciti, il terzo anno di seguito che questa cifra viene superata. Questo investimento può sembrare limitato, Amazon l’anno scorso ha generato ricavi per 638 miliardi di dollari, ma si tratta di una cifra che sostiene iniziative il cui numero e portata non sembrano replicati da nessun’altra marketplace online.

Fonte: Report di Amazon sulla protezione dei marchi, 2020-2024, aggregati da Ecommercia
La strategia di Amazon per combattere la contraffazione poggia su 4 gruppi di iniziative:
Controlli proattivi. Amazon usa un mix di strumenti automatizzati (intelligenza artificiale, algoritmi di rilevazione…) e risorse umane per prevenire o rimuovere offerte fraudolenti dal proprio sito.
Strumenti di supporto ai marchi. Con soluzioni come codici di serie per identificare univocamente i prodotti (Amazon Transparency) e la possibilità per i titolari dei brand di rimuovere loro stessi offerte non conformi (Project Zero).
Collaborazione con le forze dell’ordine. Amazon collabora con agenzie doganali internazionali e servizi di polizia condividendo informazioni e segnalando modus operandi di potenziali contraffattori.
Collaborazione con altri organismi e associazioni di lotta alla contraffazione. Ad esempio, Amazon ha organizzato iniziative insieme alla International Trademark Association ed EUIPO (l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale) per informare gli acquirenti su come riconoscere e difendersi dai prodotti contraffatti.
Secondo Amazon, i controlli proattivi in particolare “hanno bloccato oltre il 99% delle offerte con sospette violazioni prima che un brand le trovasse o le segnalasse”. A testimonianza di questo, dal 2020 ad oggi le segnalazioni ad Amazon di offerte in violazione sono diminuite del 35%.
Nel suo report, Amazon non si esprime sulle potenziali conseguenze negative di queste iniziative sull’esperienza di vendita. Navigando il forum dedicato ai venditori di amazon.it è piuttosto comune imbattersi in storie di aziende che dichiarano di essersi trovate con prodotti o account bloccati anche quando loro stesse titolari di un marchio o in possesso delle relative autorizzazioni. Spesso poi, in questi casi i venditori recriminano che le informazioni condivise da Amazon a sostegno di queste sospensioni sono ambigue ed il team di supporto di poco aiuto nell’offrire chiarimenti. Su 305 posts pubblicati sul forum nel Marzo 2025, 59 di questi (il 19.3%) si riferivano a problematiche di questo tipo.
Amazon sembra intenzionata a fare della lotta alla contraffazione un suo vantaggio competitivo ed è verosimile che continuerà ad investire risorse ingenti in questa direzione. Per le tante PMI italiane che vendono sulla sua piattaforma (circa 21 mila secondo il CEO di Amazon Italia, Giorgio Busnelli) questo impegno è probabilmente da leggere in positivo, anche a scapito di un’esperienza di vendita più laboriosa.