Amazon e Netflix hanno stretto un accordo: a partire dal quarto trimestre del 2025, i clienti di Amazon DSP potranno accedere alla pubblicità programmatica sugli spazi offerti dalla piattaforma di streaming. La partnership, annunciata il 10 settembre, è valida per tutti i paesi in cui Netflix supporta account con pubblicità, esclusa la Corea del Sud, dove Amazon DSP non opera. L’accordo è solo l’ultimo siglato quest’anno da Amazon nel mondo dell’intrattenimento online, a seguito di quelli con Roku e Disney a giugno e Tubi a maggio. È anche il più importante: secondo i dati di AlphaSense, Netflix è il servizio di streaming più popolare al mondo con più di 312 milioni di iscritti. Tra questi, come condiviso dall’executive della compagnia Amy Reinhard, 94 milioni sottoscrivono un piano con pubblicità

DSP sta per “Demand Side Platform”, una piattaforma che permette di comprare spazi pubblicitari digitali in maniera programmatica e automatizzata. Attraverso una DSP, un inserzionista può partecipare ad aste in tempo reale per la distribuzione di annunci su un’ampia gamma di canali, dalla TV in streaming ai siti web, dai podcast agli assistenti vocali. Oltre a standardizzare e velocizzare il processo di compravendita della pubblicità, usare una DSP ha poi altri due grandi vantaggi. Da un lato, consente una profilazione molto accurata degli utenti, grazie alla raccolta e all’elaborazione di grandi quantità di dati sui loro comportamenti online. Dall’altro, rispetto ai modelli tradizionali, permette di valutare in maniera più diretta l’impatto delle campagne pubblicitarie.

Nel caso specifico ad esempio, l’accordo permetterà ad un inserzionista di: 1. creare audience di potenziali acquirenti combinando i dati di Amazon (storico degli acquisti, trend di shopping…) con quelli di Netflix (preferenze di visione, generi seguiti…). 2. Preparare campagne che possono includere, ad esempio, pubblicità video prima o durante i programmi di Netflix, banner sul sito di Amazon e inserzioni audio su Alexa; l’algoritmo della DSP determinerà in tempo reale quando fare emergere queste risorse per massimizzarne l’efficacia. 3. Seguire il percorso degli utenti dalla prima impressione o click fino all’eventuale acquisto di un prodotto o servizio. 4. Confrontare il ritorno di investimento di tutte le iniziative all’interno della stessa piattaforma. 

Secondo un sondaggio tra pubblicitari americani condotto da Statista nel Maggio 2024, i DSP più usati sono quelli di Google (DV360) e di The Trade Desk, ma Amazon è subito dietro. In particolare l’alleanza con Netflix la rende un leader nella pubblicità sulla TV in streaming. Oltre ai servizi citati sopra infatti, Amazon ha accordi anche con Paramount+, HBO Max, Peacock, ESPN e Hulu. Inoltre, mantiene accesso esclusivo a Prime Video, in sé una delle piattaforme più popolari con 200 milioni di utenti. Secondo gli analisti di Morgan Stanley, in una ricerca citata da Business Insider, Amazon DSP supererà YouTube per vendite di pubblicità in streaming nel 2027.

DSP è solo uno degli strumenti pubblicitari offerti da Amazon. La principale fonte di ricavi in questo ambito rimangono le inserzioni sponsorizzate, cioè prodotti che vengono evidenziati all’interno dei risultati di ricerca sui siti o app operati dall’azienda. Il colosso dell’ecommerce però sta chiaramente puntando fortissimo sulla tecnologia demand-side. In un momento dove la ricerca dei prodotti sembra poter venire sempre più affidata all’AI, scavalcando così le inserzioni tradizionali, allargare i canali di targeting pubblicitario sembra un’ottima strategia.

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