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Amazon vuole consegnare pacchi ovunque
Il 30 aprile, in concomitanza con la presentazione dei risultati del primo trimestre, Amazon ha pubblicato un articolo annunciando l’investimento di 4 miliardi di dollari per l’espansione del proprio network logistico nelle aree rurali statunitensi. Il piano prevede la crescita dell’attuale rete di consegna a più di 200 depositi di smistamento rurali, consentendo la spedizione di oltre un miliardo di ordini verso queste zone. Il progetto è pensato solo per gli Stati Uniti e probabilmente non avrebbe senso in Italia, dove le distanze sono molto più ristrette. Nel corso degli anni però, gli investimenti di Amazon nello sviluppo dell’apparato logistico nel nostro paese non sono mancati. Dal 2011, anno di inaugurazione del primo centro di distribuzione italiano a Castel San Giovanni (PC), Amazon ha aperto più di 60 strutture dedicate allo stoccaggio, smistamento e invio di prodotti sul territorio nazionale. L’ultima, a Jesi (AN), dovrebbe diventare operativa entro la fine del 2025, dopo qualche ritardo.

Fonte: Ricerca di ecommercia.net su fonti pubbliche
La rete logistica di Amazon si snoda attraverso quattro tipologie di magazzino principali.
Centri di Distribuzione. Il perno centrale della rete. Possono ricevere e stoccare i prodotti e sono in grado di preparare le consegne ed inoltrarle ad un corriere per la spedizione al cliente o trasferirle verso un’altra struttura intermedia.
Depositi di Smistamento. Magazzini più piccoli e tipicamente situati prossimi ad aree urbane. L’ultimo passaggio di un prodotto nella rete di Amazon, dove gli articoli vengono consegnati ai corrieri per il trasporto verso i clienti finali.
Centri di Smistamento. Tra il centro di distribuzione e il deposito di smistamento un prodotto può transitare da un centro di smistamento, uno snodo intermedio dove prodotti provenienti da più strutture, ma destinati alla stessa area, vengono aggregati in un unico trasferimento verso il deposito di smistamento rilevante.
Centro di Approvvigionamento. Il ricevimento di alcuni prodotti può avvenire nei centri di approvvigionamento invece che nei centri di distribuzione. A differenza di questi ultimi, i centri di approvvigionamento non vengono tipicamente usati né per lo stoccaggio né per le consegne e servono invece a ridistribuire gli articoli verso più centri di distribuzione in Italia e all’estero.
In alcune città, ad esempio Roma e Milano, Amazon gestisce poi dei magazzini urbani di dimensioni ridotte e dedicati ad una selezione limitata di prodotti per Amazon Fresh o Prime Now.
Il decennale e continuativo focus sulla ottimizzazione logistica ha permesso ad Amazon di sviluppare una rete che nella maggior parte dei paesi in cui opera sarà difficile da replicare per le aziende concorrenti. Inoltre, è chiara la sua intenzione di catturare una parte sempre maggiore della catena di distribuzione, affiancando ai magazzini e alle strutture di smistamento anche altri servizi logistici come la spedizione (freight forwarding), il trasporto merci e la corrieristica.
Anche la spinta ad espandersi verso le aree rurali si inserisce in questa strategia, ma forse gli obiettivi di Amazon con questo progetto vanno oltre l’ecommerce. Stabilendosi in aree poco servite da altri attori, la compagnia di Seattle può diventare un punto di passaggio obbligato per le spedizioni verso milioni di persone. In maniera simile a quanto accaduto con internet e AWS, Amazon si sta integrando sempre più a fondo nell’architettura infrastrutturale americana con la possibilità di diventarne un elemento potenzialmente imprescindibile.