Una delle sfide principali che i fondatori di compagnie devono affrontare è trovare finanziamenti. Non è questo il problema di Anton Osika, CEO della svedese Lovable. Secondo il Financial Times, a poco più di un mese dall’aver raccolto 200 milioni di dollari, la startup che ha registrato la crescita più veloce nella storia del tech non avrebbe smesso di attirare l’interesse degli investitori, toccando una valutazione presunta di 4 miliardi.

Fonte: Lovable
Lovable è un’applicazione di “vibe coding”, termine che indica l’uso di strumenti AI per creare o facilitare la programmazione di altri software. Questo l’obiettivo della compagnia, spiegato nella stessa comunicazione con cui sono stati annunciati gli ultimi finanziamenti: “Meno dell’1% della popolazione globale sa programmare. La nostra missione è dare al restante 99% il potere di creare, iterare e lanciare software semplicemente parlando con l’AI.”
Il vibe coding è diventato possibile a cominciare dal lancio di ChatGPT 3 a fine 2022; aziende e imprenditori sono stati rapidi a fiutarne le potenzialità. Insieme a Lovable, alcuni degli strumenti più noti del settore includono Cursor, Replit e Bolt.new. Tutte queste applicazioni hanno registrato crescite da capogiro. Nessuna però come Lovable, che ha raggiunto 10 milioni di dollari in ricavi ricorrenti annuali (ARR) a due mesi dal lancio e 100 milioni otto mesi dopo.
Il vibe coding insomma sta piacendo e attira utenti e non si tratta solo di esperimenti amatoriali. Quicktables, ad esempio, è un'azienda che propone un software per la creazione e gestione di siti internet nel settore della ristorazione. I suoi fondatori dichiarano di essersi affidati completamente a Lovable per il suo sviluppo, senza mai scrivere una sola riga di codice. In questo caso il CTO ha alle spalle una previa esperienza da programmatore, ma esistono anche esempi come Print Pigeon, un servizio per la stampa e la spedizione di lettere internazionali. Il suo fondatore, un digital marketer, godeva di una certa familiarità con il mondo del tech, ma senza alcun passato nella programmazione. A giudicare dal profilo Linkedin della compagnia, il primo ingegnere è arrivato a cinque mesi dal lancio, quando Print Pigeon poteva già vantare clienti paganti e un articolo sul blog di Lovable. Ancora più emblematico il caso Dummy Forms, un programma per la creazione di moduli e sondaggi online. Il suo creatore, un agente di polizia con un background nel marketing, l’ha avviato come progetto part-time, portato a più di 1600 utenti e venduto per una somma a cinque cifre sette mesi dopo il lancio.
Per adesso, comunque, questi esempi rimangono piuttosto rari. Il vibe coding sembra infatti dare il meglio di sé per la creazione di prototipi e quando messo in mano ad ingegneri esperti, che sanno cosa chiedere all’AI e come chiederlo. Sembra chiaro però che il fenomeno continuerà ad evolversi e diffondersi in futuro. Piuttosto, alcuni problemi per Lovable potrebbero emergere dal suo modello di business. Per funzionare infatti, l’applicazione si appoggia ai sistemi forniti, tra gli altri, da OpenAI e Anthropic, i quali stanno sviluppando essi stessi le loro app di vibe coding (rispettivamente Codex e ClaudeCode). Al momento, queste sono mirate principalmente a chi già scrive codice, ma non è difficile immaginare un futuro dove gli sviluppatori dei grandi modelli AI cercheranno di espandersi anche nel segmento di Lovable. Per ora Osika non si dice preoccupato. La sua startup è stata quella che più di tutte ha saputo capitalizzare il trend emergente del vibe coding, concentrandosi sull’esperienza utente, la velocità di esecuzione e la sicurezza: “se continueremo a fare questo, conquisteremo la fiducia dei nostri utenti più di chiunque altro”.