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I digital wallet si consolidano come metodo di pagamento online

Nel mese di Aprile si sono tenute due importanti conferenze riguardanti l'ecommerce italiano: Ecommerce Italia 2025 di Casaleggio Associati e il Netcomm Forum 2025 del Consorzio Netcomm. In entrambi i casi si è notato come il portafoglio elettronico (digital wallet) sia ormai un metodo di pagamento consolidato tra i consumatori italiani. Nonostante i due enti dissentano sulla percentuale di penetrazione di questo strumento per gli acquisti online, è al 30.8% per Netcomm e 36% per Ecommerce Italia, entrambi lo posizionano al secondo posto per popolarità dietro carte di debito/credito o prepagate.

*disponibile solo in negozio fisico
Fonte: Ricerca di ecommercia.net, aprile 2025.

I digital wallet più comuni in Italia sono PayPal, Apple Pay e Google Wallet. Ispezionando 20 tra le principali destinazioni ecommerce italiane, si nota come PayPal sia disponibile su 18 di esse. Apple Pay e Google Wallet sono generalmente integrati come opzioni in tutte le maggiori marketplace, ma alcuni grandi retailer come Feltrinelli ed Euronics non li supportano. Tra i siti esaminati spicca Amazon, che non accetta alcun digital wallet al di fuori di Bancomat Pay (l’unico tra i 20 ad implementare questo sistema di pagamento). Satispay, il digital wallet della startup italiana diventata “unicorn” nel 2022, è disponibile come opzione sui siti di Decathlon e Dr. Max; Ikea lo accetta solo nei suoi negozi fisici.

La definizione di digital wallet è piuttosto ampia e racchiude in essa strumenti anche ben diversi tra loro. Tra quelli menzionati sopra ad esempio, PayPal e Satispay sono quelli che più si avvicinano al significato letterale di “portafoglio digitale” nel senso che consentono agli utenti di mantenere fondi e trasferire denaro con le loro applicazioni. Questo non è possibile con Apple Pay e Google Wallet, che sono sempre associati con almeno una carta di debito/credito o prepagata e agiscono da interfaccia tra questa ed il network di pagamento (ad esempio VISA o Mastercard). Questi strumenti creano token digitali che non espongono mai i dettagli sottostanti. La transazione di fatto rimane una transazione con carta, ma con un livello di sicurezza aggiuntivo; l’utente evita poi di dover inserire numeri e dettagli sul sito o applicazione di un esercente. Bancomat Pay ha la particolarità di permettere pagamenti anche tramite IBAN, replicando in parte la funzionalità di un bonifico bancario. Inoltre, diversi digital wallet consentono funzioni che vanno al di là dei pagamenti, come la possibilità di salvare i propri biglietti aerei o buoni pasto. In ogni caso il pagamento tramite portafoglio elettronico è facilmente distinguibile da forme più tradizionali come la carta di credito o il bonifico in che è sempre mediato da un applicazione dedicata (il digital wallet appunto). 

La popolarità del digital wallet può avere conseguenze su tutto l’ecosistema delle vendite online. In primo luogo sarà sempre più importante per chi vende fare attenzione ad integrare i portafogli digitali più diffusi nel proprio checkout, pena il rischio di vendite mancate. È poi verosimile che chi propone i digital wallet si muoverà sempre di più verso strategie di monetizzazione che vanno al di là delle commissioni sulle transazioni. PayPal ad esempio ha inaugurato l’anno scorso negli Stati Uniti la sua piattaforma pubblicitaria, Pay Pal Ads, ed è in procinto di estenderla al Regno Unito.

È possibile che altre compagnie proveranno ad introdurre il proprio portafoglio elettronico. Aziende come Uber o Glovo, ad esempio, possono già contare su numerosi utenti che hanno salvato i dettagli della propria carta sulla loro applicazione. Da qui alla creazione di un digital wallet il passo potrebbe essere breve. Strappare mercato agli attori consolidati sarà però molto difficile. Lo dimostra il caso Amazon Pay che nonostante l’influenza di Amazon non sembra aver ancora ottenuto popolarità come sistema.